Namibia giugno 2013, 4900 km si inizia a Windhoek verso il sud, verso il Kahalari la prima sosta per passare la notte e ambientarsi e poi il giorno seguente 600 km fino a Luderitz. Si attraversano le propaggini del deserto del Namib, i paesaggi lunari da Aus a Luderitz, i rettilinei senza fine e i cavalli del deserto, ancora deserto e la sabbia che a tratti ricopre la strada, poi l'oceano Atlantico e il vento di Capo Diaz.
Kolmaskop la città dove ora l'unico abitante e' la sabbia del deserto, abitazioni fantasma e suggestive, colori e porte che si aprono su prospettive abbandonate. L’ospedale, il cinema, il bowling, tutto è stato ora non più, ma rimane la testimoninaza affascinate di una delle “ghost town” più famose al mondo. E poi a nord attraverso il Namib percorrendo a ritmo lento la D707, la pista piu' bella della Namibia, e dire bella e' riduttivo, ma prima ancora l'incontro in mezzo al nulla con un puntino che piano piano prende forma e quando gli sei a fianco credi ancora sia un miraggio, solo la sua voce ti fa comprendere che sei nella realta' e lui, Simone il ciclista solitario che gira la Namibia in bici e' serafico quasi sbalordito che noi si sia sbalorditi. Acqua, birra, cibo serve nulla? No grazie, oggi pedalo da Aus a Luderitz sono 120 km di rettilineo nel paesaggio lunare del Namib, si scende da 1400 mt sul livello del mare fino all'Oceano. Domani dovra' pedalare a ritroso, non c’è alternativa la strada è solo questa, deserto una striscia di asfalto e vento.
La notte trascorsa nelle Tiras Mountain, la cena a lume di candela coi proprietari, vita solitaria ma scelta di vita per lei che arriva da Berlino e incontra lui, ed è logico trasferirsi nella sua fattoria. Il negozio piu' vicino ? Beh sono almeno 4 ore di auto, ma solo se serve qualcosa di urgente, altrimenti ogni 4-5 settimane si va a Windhoek a fare provviste. Stagione difficile questa, son caduti solo 10 mm di pioggia, non c'é foraggio per le pecore dovranno ridurre i capi. Leopardi ? Si ci sono, come i serpenti ma sono schivi non si avvicinano alla fattoria. La pista che sale alla fattoria e' un'estensione della D707, sale di 400 metri e serpeggia rossa tra pascoli e montagne. Ci si ferma e si brinda con una birra.
E ancora D707, non la lasceresti mai, ma la prossima tappa e' il cuore del Namib.
Entri a Sossusvlei e ti rendi conto che sei in un posto unico. Rimani in silenzio, le dune sono enormi il paesaggio e' infinito. Il deck della stanza si affaccia sulla savana, orici, struzzi, springbok a poche decine di metri. Ci si alza in piena notte per guidare nel buio assoluto percorrere i 60 km per arrivare a vedere l'alba nella Death Vlei. Il sole sorge e le dune si colorano di tinte pastello e gli scheletri dei camheltorn anneriti da 800 anni di siccità prendono forma. Siamo in 4, si sentono solo i clic degli otturatori, poi col sole alto arrivano i primi gruppi, e noi ce ne andiamo. Ripercorriamo quei 5 km di sabbia molle, profonda, le tracce si mischiano una con l'altra, percorrendo la pista al buio puoi solo intuire dove andare, senza perdere giri al motore altrimenti di affossi. Ora vista con la luce del giorno ti rendi conto cosa abbiamo percorso nel buio profondo.
Se ci si ferma devono trainarti fuori, ma ormai l'auto guizza a comando ed e' uno spasso, farla scodinzolare e poi riprenderla. Ancora Sossusvlei e il deserto senza piu' nessuno, poche auto solo orici e struzzi, la Duna 45 il silenzio, il tramonto.
Durante la notte mi alzo e lo sguardo sale al cielo, alla via lattea che ad osservarla ti fa girare la testa e quasi ci caschi dentro. Attorno solo rumori di animali notturni, è il deserto che vive.
Poi ancora piste, si rabbocca il serbatoio da 140 litri, meglio averlo sempre pieno, poi polvere, sassi, la torta di Mr. Moose, sapore unico in mezzo al deserto, lui che qualche decennio addietro ha messo su casa in un'oasi sulla strada che collega Windhoek a Sossusvlei. Riprendi la guida, passi il Tropico del Capricorno, questa volta da sud a nord, ed ecco i due passi che non sono in salita ma li affronti in discesa, sono solo tornanti senza nessuna protezione ai bordi.
L’ABS che ti molla e fissi preoccupato la spia accesa sul cruscotto, ancora 200 km di sterrato con la preoccupazione dei freni! Una telefonata al noleggiatore che ti consiglia di non preoccuparti ma di andare al primo punto di assistenza !
Il toule' ondulee' finalmente finisce dopo qualche decina di chilometri, i polsi sono indolenziti la velociata' e' ridotta, ma poi la pista si allarga, il panorama si fa piu' ampio ed inizia la savana, struzzi orici e zebre di montagna.
Finalmente la Moondlandscape e poi Swakopmund e l'assistenza Toyota, efficienza tedesca nella città forse piu' tedesca al di fuori della Germania.
Fenicotteri e nebbia, l’umidita' crea un tappeto d'acqua scivoloso e ancora Walvis Bay, dune immense alte 180 metri a picco sull'oceano, i pellicani che ti passano poco sopra la testa, e poi l'emozione più forte, la corsa lungo la costa. 45 minuti per sbloccare l'auto affondata e spanciata nella sabbia resa ancora molle dall'alta marea che tarda a ritrarsi.
La Land Rover riprende la marcia e all'improvviso punta il muso verso l'Oceano, le onde sono a 20-15-10 metri poi il driver riprende il controllo e il cuore riprende a battere, il nostro ed il suo.
Ancora drift quasi a scalare le dune che ti respingono e ti inclini spostando il peso per non finire in mare ed evitare le onde che ne basterebbe una a prenderti e farti suo, la battigia é stretta forse 4 - 5 metri non di piu', un nulla con le onde che all'improvviso diventano aggressive e ti ricordano e affermano che loro sono padrone, tu sei ospite.
La Skeleton Coast sembra la luna, il cancello di ingresso sono ossa di balena, solo le 150.000 otarie staccano dal vuoto che ci circonda la lunga marcia lungo la Skeleton che termina improvvisa con la svolta a destra verso est. Le luci del Damaraland sembrano poesia, si rallenta e si gongola alla vista delle montagne illuminate. Damaraland uno spettacolo per gli occhi, altipiano verde e arido allo stesso tempo, si percorre la pista rossa e tutto è luminoso. La Skeleton non e' lontana ma sembra di essere su un altro pianeta. Forse siamo passati su Marte, Venere e la Luna senza rendercene conto, ora invece e' la Terra. Grafiti e foreste pietrificate, alberi millenari che trascinati da fiumi scomparsi hanno percorso centinaia di chilometri, orme di elefanti sulla pista. Pelle' che percorre a piedi una distanza sconosciuta. Da dove arriva non so, lo si lascia dopo 80 km al suo villaggio, ci regala un avvistamento di elefanti del deserto, ci saluta e si avvia a casa con le nostre provviste, aveva chiesto solo acqua. L’ho scorto da lontano, da qualche chilometro di distanza, camminava lungo la strada seterrata e solo a poche centinaia di metri mi son reso conto che era un umano, e non una animale. Tutto emoziona sempre e in continuazione. La "fence" che separa il sud dal nord e le giraffe che attraversano la pista, l'elefante che pasteggia tutta la notte fuori dalla tenda. La pista che sale e scende in un paesaggio meraviglioso, si incontrano solo rare auto, emozioni forti tanto che devo fermarmi, ricordi di altra vita e di eventi che riaffiorano. Poi Jubert Pass, si sale con la ridotta e i sassi ostacolano l'ascesa al 36%, lo superi e trovi la foresta di Baobab e il crogiolo di razze che si incontrano a Opuwo. Sembra di essere in zona di confine, ma si e' in un confine effimero non definito si mescolano razze, Himba nude ed Herero in abiti vittoriani, assieme senza separazione e senza distinzione, le Zwimba vestite poco piu' delle Himba ma colorate e sorridenti. Il villaggio Himba, i convenevoli con la matriarca e poi si lascia questo angolo delle meraviglie, si vorrebbe restare, passare la sera in citta'.
Di tanto in tanto incontri persone già incontrate 1000 km prima, la guida che accompagna le due coppie di tiristi, il camion di fotografi Russi, è strano ti perdi e ormai sei immerso nella Namibia. Etosha, “E” come Elefanti. Tanti davvero, quasi 100 il primo giorno attorno alla pozza, le giraffe si tengono a distanza attendono che i piu' grandi se ne vadano. La stanza e' una meraviglia che si affaccia sulla pianura infinita altrettanto meravigliosa, 150 metri piu' in basso passano gli elefanti e i kudu, troppo piccoli per distinguerli bene. Zebre, leoni, springbok, iene, il rinoceronte che bruca a pochi metri e la leonessa che assalta la baby giraffa, la madre che mette in fuga la leonessa prendendola a zoccolate, il rumore degli zoccoli, la polvere che si solleva la leonessa in fuga ci passa davanti a pochi metri. Gli elefanti all'abbeverata, la femmina anziana ci sorveglia mentre il branco coi piccoli passa a poca distanza, le iene ancora sporche di sangue dopo le razzie della notte e i due leoni maschi con la criniera al vento e i primi raggi di sole che li esaltano. Una giraffa che per darle strada devo accostare perché' lei non si scosta e passa a mezzo metro dalla Toyota, indifferente e maestosa. Distanze immense, paesaggi da eden, popolazioni cordiali, i mercatini le cene vicino al caminetto in un lodge da 5 stelle (complimenti ancora Dr Indongo). La foratura fuori dal lodge, beh è andata bene, poteva capitare su piste complicate e in momenti difficili. I ghepardi e la strada verso Swakopmund, lo stesso lodge Terra Africa ci attende, e poi l'ultima sorpresa l'incontro che non ti aspetti in pieno centro a Swakopmund, Queen Elizabeth. Come in "Samarcanda" la cercavo a Opuwo a 1000 km a nord e lei era qua’! La Namibia sorprende e non la dimentichi, ti aspetta, sa che tornerai.
Kolmaskop la città dove ora l'unico abitante e' la sabbia del deserto, abitazioni fantasma e suggestive, colori e porte che si aprono su prospettive abbandonate. L’ospedale, il cinema, il bowling, tutto è stato ora non più, ma rimane la testimoninaza affascinate di una delle “ghost town” più famose al mondo. E poi a nord attraverso il Namib percorrendo a ritmo lento la D707, la pista piu' bella della Namibia, e dire bella e' riduttivo, ma prima ancora l'incontro in mezzo al nulla con un puntino che piano piano prende forma e quando gli sei a fianco credi ancora sia un miraggio, solo la sua voce ti fa comprendere che sei nella realta' e lui, Simone il ciclista solitario che gira la Namibia in bici e' serafico quasi sbalordito che noi si sia sbalorditi. Acqua, birra, cibo serve nulla? No grazie, oggi pedalo da Aus a Luderitz sono 120 km di rettilineo nel paesaggio lunare del Namib, si scende da 1400 mt sul livello del mare fino all'Oceano. Domani dovra' pedalare a ritroso, non c’è alternativa la strada è solo questa, deserto una striscia di asfalto e vento.
La notte trascorsa nelle Tiras Mountain, la cena a lume di candela coi proprietari, vita solitaria ma scelta di vita per lei che arriva da Berlino e incontra lui, ed è logico trasferirsi nella sua fattoria. Il negozio piu' vicino ? Beh sono almeno 4 ore di auto, ma solo se serve qualcosa di urgente, altrimenti ogni 4-5 settimane si va a Windhoek a fare provviste. Stagione difficile questa, son caduti solo 10 mm di pioggia, non c'é foraggio per le pecore dovranno ridurre i capi. Leopardi ? Si ci sono, come i serpenti ma sono schivi non si avvicinano alla fattoria. La pista che sale alla fattoria e' un'estensione della D707, sale di 400 metri e serpeggia rossa tra pascoli e montagne. Ci si ferma e si brinda con una birra.
E ancora D707, non la lasceresti mai, ma la prossima tappa e' il cuore del Namib.
Entri a Sossusvlei e ti rendi conto che sei in un posto unico. Rimani in silenzio, le dune sono enormi il paesaggio e' infinito. Il deck della stanza si affaccia sulla savana, orici, struzzi, springbok a poche decine di metri. Ci si alza in piena notte per guidare nel buio assoluto percorrere i 60 km per arrivare a vedere l'alba nella Death Vlei. Il sole sorge e le dune si colorano di tinte pastello e gli scheletri dei camheltorn anneriti da 800 anni di siccità prendono forma. Siamo in 4, si sentono solo i clic degli otturatori, poi col sole alto arrivano i primi gruppi, e noi ce ne andiamo. Ripercorriamo quei 5 km di sabbia molle, profonda, le tracce si mischiano una con l'altra, percorrendo la pista al buio puoi solo intuire dove andare, senza perdere giri al motore altrimenti di affossi. Ora vista con la luce del giorno ti rendi conto cosa abbiamo percorso nel buio profondo.
Se ci si ferma devono trainarti fuori, ma ormai l'auto guizza a comando ed e' uno spasso, farla scodinzolare e poi riprenderla. Ancora Sossusvlei e il deserto senza piu' nessuno, poche auto solo orici e struzzi, la Duna 45 il silenzio, il tramonto.
Durante la notte mi alzo e lo sguardo sale al cielo, alla via lattea che ad osservarla ti fa girare la testa e quasi ci caschi dentro. Attorno solo rumori di animali notturni, è il deserto che vive.
Poi ancora piste, si rabbocca il serbatoio da 140 litri, meglio averlo sempre pieno, poi polvere, sassi, la torta di Mr. Moose, sapore unico in mezzo al deserto, lui che qualche decennio addietro ha messo su casa in un'oasi sulla strada che collega Windhoek a Sossusvlei. Riprendi la guida, passi il Tropico del Capricorno, questa volta da sud a nord, ed ecco i due passi che non sono in salita ma li affronti in discesa, sono solo tornanti senza nessuna protezione ai bordi.
L’ABS che ti molla e fissi preoccupato la spia accesa sul cruscotto, ancora 200 km di sterrato con la preoccupazione dei freni! Una telefonata al noleggiatore che ti consiglia di non preoccuparti ma di andare al primo punto di assistenza !
Il toule' ondulee' finalmente finisce dopo qualche decina di chilometri, i polsi sono indolenziti la velociata' e' ridotta, ma poi la pista si allarga, il panorama si fa piu' ampio ed inizia la savana, struzzi orici e zebre di montagna.
Finalmente la Moondlandscape e poi Swakopmund e l'assistenza Toyota, efficienza tedesca nella città forse piu' tedesca al di fuori della Germania.
Fenicotteri e nebbia, l’umidita' crea un tappeto d'acqua scivoloso e ancora Walvis Bay, dune immense alte 180 metri a picco sull'oceano, i pellicani che ti passano poco sopra la testa, e poi l'emozione più forte, la corsa lungo la costa. 45 minuti per sbloccare l'auto affondata e spanciata nella sabbia resa ancora molle dall'alta marea che tarda a ritrarsi.
La Land Rover riprende la marcia e all'improvviso punta il muso verso l'Oceano, le onde sono a 20-15-10 metri poi il driver riprende il controllo e il cuore riprende a battere, il nostro ed il suo.
Ancora drift quasi a scalare le dune che ti respingono e ti inclini spostando il peso per non finire in mare ed evitare le onde che ne basterebbe una a prenderti e farti suo, la battigia é stretta forse 4 - 5 metri non di piu', un nulla con le onde che all'improvviso diventano aggressive e ti ricordano e affermano che loro sono padrone, tu sei ospite.
La Skeleton Coast sembra la luna, il cancello di ingresso sono ossa di balena, solo le 150.000 otarie staccano dal vuoto che ci circonda la lunga marcia lungo la Skeleton che termina improvvisa con la svolta a destra verso est. Le luci del Damaraland sembrano poesia, si rallenta e si gongola alla vista delle montagne illuminate. Damaraland uno spettacolo per gli occhi, altipiano verde e arido allo stesso tempo, si percorre la pista rossa e tutto è luminoso. La Skeleton non e' lontana ma sembra di essere su un altro pianeta. Forse siamo passati su Marte, Venere e la Luna senza rendercene conto, ora invece e' la Terra. Grafiti e foreste pietrificate, alberi millenari che trascinati da fiumi scomparsi hanno percorso centinaia di chilometri, orme di elefanti sulla pista. Pelle' che percorre a piedi una distanza sconosciuta. Da dove arriva non so, lo si lascia dopo 80 km al suo villaggio, ci regala un avvistamento di elefanti del deserto, ci saluta e si avvia a casa con le nostre provviste, aveva chiesto solo acqua. L’ho scorto da lontano, da qualche chilometro di distanza, camminava lungo la strada seterrata e solo a poche centinaia di metri mi son reso conto che era un umano, e non una animale. Tutto emoziona sempre e in continuazione. La "fence" che separa il sud dal nord e le giraffe che attraversano la pista, l'elefante che pasteggia tutta la notte fuori dalla tenda. La pista che sale e scende in un paesaggio meraviglioso, si incontrano solo rare auto, emozioni forti tanto che devo fermarmi, ricordi di altra vita e di eventi che riaffiorano. Poi Jubert Pass, si sale con la ridotta e i sassi ostacolano l'ascesa al 36%, lo superi e trovi la foresta di Baobab e il crogiolo di razze che si incontrano a Opuwo. Sembra di essere in zona di confine, ma si e' in un confine effimero non definito si mescolano razze, Himba nude ed Herero in abiti vittoriani, assieme senza separazione e senza distinzione, le Zwimba vestite poco piu' delle Himba ma colorate e sorridenti. Il villaggio Himba, i convenevoli con la matriarca e poi si lascia questo angolo delle meraviglie, si vorrebbe restare, passare la sera in citta'.
Di tanto in tanto incontri persone già incontrate 1000 km prima, la guida che accompagna le due coppie di tiristi, il camion di fotografi Russi, è strano ti perdi e ormai sei immerso nella Namibia. Etosha, “E” come Elefanti. Tanti davvero, quasi 100 il primo giorno attorno alla pozza, le giraffe si tengono a distanza attendono che i piu' grandi se ne vadano. La stanza e' una meraviglia che si affaccia sulla pianura infinita altrettanto meravigliosa, 150 metri piu' in basso passano gli elefanti e i kudu, troppo piccoli per distinguerli bene. Zebre, leoni, springbok, iene, il rinoceronte che bruca a pochi metri e la leonessa che assalta la baby giraffa, la madre che mette in fuga la leonessa prendendola a zoccolate, il rumore degli zoccoli, la polvere che si solleva la leonessa in fuga ci passa davanti a pochi metri. Gli elefanti all'abbeverata, la femmina anziana ci sorveglia mentre il branco coi piccoli passa a poca distanza, le iene ancora sporche di sangue dopo le razzie della notte e i due leoni maschi con la criniera al vento e i primi raggi di sole che li esaltano. Una giraffa che per darle strada devo accostare perché' lei non si scosta e passa a mezzo metro dalla Toyota, indifferente e maestosa. Distanze immense, paesaggi da eden, popolazioni cordiali, i mercatini le cene vicino al caminetto in un lodge da 5 stelle (complimenti ancora Dr Indongo). La foratura fuori dal lodge, beh è andata bene, poteva capitare su piste complicate e in momenti difficili. I ghepardi e la strada verso Swakopmund, lo stesso lodge Terra Africa ci attende, e poi l'ultima sorpresa l'incontro che non ti aspetti in pieno centro a Swakopmund, Queen Elizabeth. Come in "Samarcanda" la cercavo a Opuwo a 1000 km a nord e lei era qua’! La Namibia sorprende e non la dimentichi, ti aspetta, sa che tornerai.